Presentazione

Il significato

Lo studio effettuato dal Geometra Nicola Polia sul suo casato (anticamente era chiamata casata), ha grande significato che va oltre il valore della ricerca fine a se stessa.
Si tratta di uno stimolo interiore che induce il ricercatore alla scoperta delle generazioni che lo hanno preceduto e che crea uno stato d’animo a volte affannato, a volte convulso ma che si placa quando giunge all’apice di quella specie di piramide che gli appassionati chiamano “albero genealogico”. Gli studiosi definiscono tale stato d’animo: “Desiderio connaturato nell’uomo per conoscere le sue radici”.
Esempio edificante di tale stato d’animo è appunto quello del geometra Polia .
Per la ricerca delle sue radici egli non ha esitato a sacrificare settimane e settimane di vacanza; si è chiuso in archivi dove volumi polverosi, carichi di tempo contengono notizie utili per costruire quella piramide che rivela accattivanti intrecci con casati che giammai credeva facessero parte delle sue radici.
E ancora: per poter costruire la genealogia della sua stirpe, ha chiesto l’aiuto di tutti: dell’anziano, dell’impiegato comunale, del parente lontano, dell’ente specializzato.
Ricomporre la storia delle generazioni passate non è una cosa facile; consapevole, infatti, che lo attendeva un lavoro da certosini, egli ha viaggiato molto e, quasi riverente, col cappello in mano, ma sempre dignitoso, ha bussato alla porta di numerose famiglie di nome Polìa sperando di ottenere risposte precise.
Da Presidente dell’ Associazione “familia de Rubro Monte” (e non solo per questo) ho potuto seguire passo, passo sia il suo rammarico quando gente, in grado di aiutarlo, è stata restia a condividere il suo cammino; sia la sua gioia quando riusciva a scoprire documenti o notizie che gli consentivano di completare il difficile puzzle dell’albero genealogico.
Nello scorrere tutti i nomi, le date di nascita, di matrimonio di morte, si percepisce la sensazione di avere a che fare con persone che ci appartengono.
Le famiglie, seminate nel tempo, sono state vinte nel corso dei secoli (è vero) dalla inesorabile legge dell’esistenza; ma hanno animando le vita del nostro paese, ora diventa nel corso dei secoli misterioso monito interiore, quasi un comando per essere, se non migliori, almeno saggi come loro.
Il lavoro di Nicolino Polia, non è, soltanto un atto d’amore verso chi ci ha preceduto; ma la necessità di obbedire all’imperante comando proveniente dalla sua consapevolezza di essere parte della storia, nel tempo diventata cultura.

La ricerca araldica

Nelle prime pagine sono presentate le ricerche storico-araldiche della “Casata Polia” eseguita dal centro studi araldico – genealogico di Firenze:
Possibile l’attribuzione dello stemma della “casata” sul quale si legge: scudo a campo azzurro contenente all’angolo alto sinistro uno spicchio di sole con raggi definiti, simbolo che richiama discendenza nobiliare; banda aurea a triangolo retto col vertice verso il centro dello scudo che ricorda fierezza in battaglia.. Lo scudo è sormontato da parte di armatura coronata a difficile interpretazione in quanto il centro araldico attribuisce ai Polia soltanto baronia. Considerando, infatti, ì due serti che esaltano l’armatura, è indubbia la partecipazione dei Polia ad importanti eventi bellici nei quali si sono distinti per coraggio; eventi degni di corona e premiati con alta dignità nobiliare.
Circa i cenni storici, essi si riferisco in gran parte alle notizie di storia non araldica del confinante comune chiamato Polia, ampiamente pubblicate (e quindi degne di certezze) da numerosi storici che si sono susseguiti nei secoli passati e in particolar modo nella seconda metà del ‘900.
A mio giudizio il ceppo Polìa deve essere ricercato ancora prima e cioè nella Magna Grecia quando il comune di Polia vantava il titolo di “Polis” (cioè città greca), dotata di templi ateniesi (come sostiene lo storico Molè) e di riserve belliche, necessarie per la difesa del popolo greco dalle invasioni barbariche.
Nelle epoche citate, non esistevano registrazioni anagrafiche e le famiglie venivano identificate col nome delle terre possedute.
Quando, infine, spostavano la residenza da . un paese all’altro, le famiglie erano chiamate “da (provenienti), oppure di…. E si aggiungeva il nome del paese di nascita o di provenienza; esempio: Rita da Cascia, Antonio di Padova, Nicola da Crissa ecc
È possibile, quindi, che alcuni abitanti di Polia siano giunti a Monterosso e quindi diversificati e indicati come (da)Polia per indicarne la provenienza. A tale proposito è mia opinione che a tutt’oggi non esistono nel Comune di Polia persone col cognome Polia;

Nello Manduca

Questo albero genealogico è stato aggiornato l’ultima volta il 29 aprile 2023. Ci sono 208 cognomi in questo albero genealogico. Il primo evento registrato, Nascita di Gennaro Polia, risale al 1657. L’ultimo evento registrato, Morte di Carmelo Francesco Polia, è del 2020.

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